Allestita negli spazi del Museo d’Annunzio Segreto, la mostra, curata da Giordano Bruno Guerri, esporrà quindici opere di Luciano Ventrone, un’occasione di riflessione sul confronto tra l’iperrealismo contemporaneo e un tema classico come la natura morta che diventa materia viva grazie al pennello sapiente dell’autore.
Tra gli artisti italiani maggiormente conosciuti a livello internazionale, Ventrone è noto al pubblico per le sue nature morte iperrealistiche. Queste prove eccellenti di virtuosismo costituiscono delle stupefacenti riproduzioni in pittura di una realtà che appare più vera del vero. Ventrone è stato in grado di cogliere dettagli non visibili all’occhio umano.
La scelta dei soggetti lo lega ai grandi pittori del passato, tuttavia è la sua attenzione per l’applicazione della pittura, il suo trattamento del colore e della luce che lo pongono tra i contemporanei. Per Ventrone «lo studio della pittura non è la mera rappresentazione dell’oggetto ma è colore e luce: i giusti rapporti fra le due cose danno la forma nello spazio. Il soggetto non va visto come tale ma astrattamente».